CONTAMINAZIONE FUNGINA IN AMBIENTI LAVORATIVI UMIDI COME CASEIFICI, SALUMIFICI, CARTIERE, STALLE, SERRE MA ANCHE UFFICI E SCUOLE.

Condensation-black-spot-mouldInail ha pubblicato un documento riguardante la contaminazione fungina negli ambienti indoor, con particolare attenzione alla salute occupazionale. Il documento fornisce una panoramica circa le principali sorgenti interne di accumulo e rilascio di tali agenti di rischio, gli effetti sulla salute, le misure di prevenzione e controllo più idonee alla luce della normativa nazionale di riferimento in tema di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 7 febbraio 2013.

La presenza di agenti fungini è di norma associata ad ambienti lavorativi particolarmente umidi (caseifici, salumifici, cartiere, stalle, serre, ecc.) ma può raggiungere elevate concentrazioni anche in ambienti indoor, quali scuole e uffici, dove i materiali utilizzati per strutture ed arredi (tappezzerie, vernici, colle, legno, materiale cartaceo, piante ornamentali, ecc.), la polvere e gli alimenti non adeguatamente conservati possono rappresentare sorgenti interne di accumulo e rilascio di tali microrganismi.

Numerosi studi hanno, infatti, evidenziato che la contaminazione microbiologica dell’aria negli ambienti confinati è spesso imputabile a scarse condizioni igieniche degli impianti di trattamento dell’aria e a errori di progettazione e/o installazione che non consentono una idonea manutenzione degli stessi.

Relativamente agli effetti sulla salute, numerosi studi epidemiologici dimostrano che gli occupanti di edifici umidi e contaminati da muffe presentano un rischio aumentato di contrarre patologie respiratorie, esacerbazione di asma e, più raramente, polmonite da ipersensibilità, alveolite allergica, rino-sinusite cronica e sinusite allergica, ad opera dei microrganismi ma anche dei loro prodotti e componenti le cui manifestazioni cliniche si presentano con intensità diversa in relazione alle condizioni fisiche e alla suscettibilità individuale.

Le muffe producono anche una serie di composti organici volatili (mVOCs) che possono avere effetti irritanti e scatenare sintomatologie a carico della cute (formicolio, bruciore), delle mucose (congiuntivite, rinite) e delle vie respiratorie (asma).

In questo contesto l’Accordo Conferenza Stato-Regioni fornisce indicazioni pratiche per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti HVAC e per la pianificazione degli interventi di manutenzione.

La valutazione del rischio deve essere realizzata attraverso ispezioni visive dell’impianto, finalizzate ad accertare lo stato igienico e la funzionalità dei vari componenti (UTA, condotte, terminali di mandata, torri di raffreddamento) e ispezioni tecniche. Queste ultime devono prevedere campionamenti e/o controlli tecnici sui diversi componenti (misurazioni della portata dell’aria, operazioni di drenaggio e pulizia, controllo dei parametri microclimatici, ecc.) al fine di valutarne l’efficienza, lo stato igienico e di conservazione, individuare le eventuali criticità, le misure da intraprendere e la tempistica con la quale intervenire. Il documento sottolinea, inoltre, la necessità di disporre di un registro degli interventi effettuati fornendo anche una check list per l’ispezione visiva e indicazioni utili per il monitoraggio microbiologico ambientale.

Per maggiori approfondimenti alleghiamo il link del documento ufficiale.

https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-pubbl-contaminazione-fungina-in-ambienti-indoor.pdf