Rischio di investimento e rischio di caduta
Rischio di investimento, “da parte dei mezzi o trattori agricoli, dei pedoni che si trovano a transitare nell’area di conferimento delle uve”.
Inoltre i lavori in prossimità della tramoggia “possono comportare il rischio di caduta di persone nella stessa, che per motivi logistici, può trovarsi ad una quota più bassa rispetto al piano campagna”. E in mancanza di adeguata protezione o di idonei dispositivi, “la persona potrebbe riportare lesioni conseguenti a contatto con organi lavoratori”.
Successivamente nella fase di diraspatura “i rischi per gli operatori sono bassi, in quanto la macchina lavora in automatico”. Però situazioni di pericolo “possono essere presenti durante le fasi di pulitura o manutenzione della medesima”.
Altri rischi riguardano i lavori in postazioni sopraelevate che sono legati, ad esempio, alla necessità di “raggiungere la sommità dei vasi vinari”. E “l’utilizzo di scale portatili è finalizzato, in alcuni casi, all’accesso alla parte superiore dei vasi di contenuta altezza”.
A questo proposito si segnala che “la predisposizione di passerelle e di scale fisse e portatili, dotate di regolamentari requisiti tecnici, limita il rischio infortunistico”.
I rischi chimici e i gas asfissianti
Riguardo ai rischi chimici si segnala poi che “la fermentazione tumultuosa del mosto ottenuto dalle uve produce notevoli quantità di anidride carbonica che, se non allontanate, possono determinare rilevante inquinamento in locali chiusi”.
Inoltre l’anidride solforosa, “utilizzata principalmente per le proprietà antiossigeno e per l’azione selettiva nei confronti dei lieviti, in quanto più pesante dell’aria tende ad accumularsi verso il basso. Secondo le concentrazioni e le modalità di impiego può essere tossica o irritante”.
Si indica poi che al termine dell’operazione di svinatura, “l’estrazione delle vinacce dai fermentini non dotati di raschiatore di fondo automatico, può comportare l’introduzione dei lavoratori nei vasi per effettuare un’adeguata pulizia, con conseguente esposizione a vapori etilici ed a CO2”. E l’azoto e l’argon utilizzati per il controllo della ossidazione lenta “possono costituire pericolo elevato per i lavoratori in quanto gas asfissianti”.
E anche la pulitura delle autoclavi, “pur effettuata prevalentemente dall’esterno mediante irrogazione di soluzioni detergenti sulle pareti interne, in via occasionale può richiedere l’introduzione di un lavoratore per la rimozione manuale di residui non diversamente eliminabili. In questo caso i lavoratori potrebbero essere esposti ad un’atmosfera interna contenente gas asfissianti”.
Riprendiamo un’immagine del lavoro di estrazione delle vinacce:
Si ricorda poi che le operazioni di filtrazione “possono comportare esposizione a polveri di farina fossile che, in caso abbia tra i componenti silice libera cristallina, configura un potenziale rischio silicotigeno e cancerogeno”.
Altri rischi per la sicurezza e la salute
Infine nel corso della fase di imbottigliamento “è presente un rischio infortunistico trascurabile se sulla linea sono mantenuti attivi tutti i dispositivi di sicurezza. È invece possibile esposizione ad elevati livelli di rumore”.
Senza dimenticare che nelle cantine ed in tutte le fasi lavorative “non sono escludibili i rischi infortunistici derivanti dalla presenza di pavimenti bagnati o ingombri”.
Altre fonti di pericolo sono costituite, ad esempio, da impianti elettrici non sistematicamente verificati o resi oggetto di manutenzione, dal potenziale contatto con organi lavoratori non adeguatamente segregati, dall’impiego di sostanze caustiche costituiscono ulteriori fonti di pericolo. E in ogni fase lavorativa, infine, “possono essere presenti rischi derivanti da movimentazione manuale dei carichi e da microclima non adeguato”.